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Roma, 18 novembre 2002
BOATO AI DS: «TROVATE UN ACCORDO. STIAMO PERDENDO TROPPO TEMPO»
Il primo firmatario già favorevole alla Buemi-Pisapia
Intervista a Marco Boato de «Il Tempo»

Oggi arriva in aula alla Camera la proposta di riforma costituzionale dell’articolo 79 per abbassare il quorum dei 2/3 richiesto per l’amnistia e l’indulto. Ecco cosa ci ha detto Marco Boato, primo firmatario di questa iniziativa.

Perché giunge solo ora in aula la modifica dell’articolo 79 della Costituzione?
«Ci avevamo pensato nella Bicamerale. Nel 1997 avevamo approvato all’unanimità (Lega esclusa) l’emendamento Mussi-Boato con il quale si incideva sull’articolo 79, trasformando il quorum impossibile dei 2/3 dei componenti di ciascuna Camera in maggioranza assoluta nel voto finale».

E dopo la fine della Bicamerale?
«Alla fine della scorsa legislatura alcuni temi della Bicamerale sulla giustizia sono stati ripresi, ma l’articolo 79 non è stato più esaminato. All’inizio di questa legislatura ho pensato di riproporre il testo presentato in Bicamerale. La proposta di modifica costituzionale che va all’esame della Camera oggi, è stata presentata raccogliendo firme di questi tutto lo schieramento parlamentare».

Chi è che non è d’accordo con la modifica?
«I Democratici di sinistra stanno assumendo una posizione critica. Siniscalchi l’ha firmata. Ma nella maggioranza del gruppo stanno sorgendo dei problemi. La Lega si è astenuta sul testo base, ma poi per il mandato al relatore sul testo in Commissione ha votato contro. Mentre i Comunisti italiani hanno altre riserve e Rifondazione è favorevole».

Chi intende per maggioranza del gruppo nei Ds?
«Violante e la Finocchiaro. Non voglio entrare nelle dinamiche del gruppo. Questa posizione è stata espressa mentre in Commissione è intervenuto Siniscalchi. Ma Carlo Leoni ha poi espresso delle riserve che si sono trasformate in un voto di astensione. Non c’è uno scontro frontale in atto con i Ds».

Se passerà la modifica l’indulto sarà più frequente?
«No, non credo. In 44 anni ci sono stati ogni tre anni un’amnistia o un indulto. La necessità di disincentivare il frequente ricorso a questo strumento era condivisibile, ma la risposta nel 1992 è andata oltre il limite introducendo un quorum troppo elevato. Neanche per modificare la Costituzione ci vuole un quorum così alto».

È favorevole al cosiddetto “indultino”?
«Ho sottoscritto alcune pdl in materia. Anche la Buemi-Pisapia. Firmando queste proposte ho voluto dare un segnale di volontà politica per affrontare questa materia in tempi rapidi. L’ipotesi Buemi-Pisapia è quella che sembra aggirare meglio l’ostacolo dell’articolo 79 della Costituzione. Se quella è la strada della Commissione Giustizia, la condivido. Ma vedo delle contraddizioni. Alcuni parlamentari della Margherita, ma anche del centro destra, che condividono la Buemi-Pisapia o altre proposte su questo tema non vogliono modificare l’articolo 79 della Costituzione. Questo è paradossale».

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